Niente piramidi d’Egitto, in questo numero de L’Eco del Papercigno.
La piramide del prosecco è un’immagine utilizzata per spiegare facilmente i diversi livelli qualitativi di questo vino fermo, frizzante e spumante.
Quello che un tempo era Prosecco IGT oggi è la DOC di base, mentre le DOC storiche del Prosecco (Conegliano Valdobbiadene e Colli Asolani) sono diventate DOCG.
Oggi sul mercato sono quindi presenti due livelli di Prosecco:
la DOCG, al vertice della piramide qualitativa, rappresentata dalla denominazione Conegliano Valdobbiadene, con i suoi 15 comuni collinari,
e la Doc di base, costituita dalle province di Treviso, Belluno, Venezia, Padova, Vicenza, Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia, un’ampia denominazione costituita da più di 600 comuni Veneto/Friulani.
Nel triangolino più alto della piramide qualitativa della DOCG, c’è lo spumante della storica sottozona di Cartizze.
Io vivo proprio in cima alla piramide, nella meravigliosa area del Conegliano Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore che turisti e appassionati di tutto il mondo vengono sempre a visitare.
Un saluto e un aforisma fino al prossimo numero de l’Eco:
“Si è sapienti quando si beve bene: chi non sa bere, non sa nulla”. Nicolas Boileau