Cari amici Wine Lover,
BUONE NOTIZIE: il 2016 dovrebbe essere un’annata con una produzione leggermente superiore alla media!
Vi chiederete come posso affermarlo, quando la potatura volge al termine e le viti non hanno ancora germogliato? Semplice, effettuando una prova di fertilità mediante germogliamento anticipato, cosa che cercherò di illustrarvi con parole semplici.
Anticipo un’informazione di carattere tecnico: le gemme miste della vite si formano l’anno precedente a quello nel quale origineranno i germogli portanti le infiorescenze; infatti, già durante i mesi di maggio e giugno all’interno delle gemme si differenziano, oltre all’apice vegetativo, le foglie e i viticci anche le infiorescenze che daranno vita al futuro grappolo.
Inducendo anticipatamente il germogliamento (in dicembre, in questo caso) si possono evidenziare e contare le infiorescenze e determinare la fertilità. Questo è importantissimo perché conoscendo la fertilità, il “peso medio dei grappoli” tipico di ogni varietà e stabilendo la carica di gemme, possiamo predeterminare in maniera abbastanza veritiera la produzione dell’anno successivo.
La metodologia per ottenere tale coefficiente è la seguente:
Prelevare una quindicina di tralci, i futuri capi a frutto dell’annata successiva, da quindici viti diverse sparse in più punti del vigneto; i tralci devono avere dalle 12 alle 13 gemme ciascuno con circa 10 cm di tralcio “vecchio di secondo anno” alla base. Dai tralci prelevati, ricavare 10/12 unigemme con un pezzetto di tralcio che chiameremo “taleine”.
Le “taleine” andranno sistemate all’interno di vasetti contenenti acqua (nel nostro caso in bicchieri) facendo attenzione a segnare con un pennarello la posizione della gemma; ad esempio la più vicina al legno vecchio sarà denomina unigemma1, la seconda unigemma2 e avanti così fino alla decima gemma che sarà identificata come unigemma10. Naturalmente l’operazione dovrà essere effettuata con tutti i tralci ottenendo, complessivamente, circa 150/160 contenitori con altrettante unigemme. Tutti i vasetti saranno condizionati ad una temperatura compresa tra i 24 e i 25 gradi per circa 40 giorni; dopo tale periodo, chiamato “forzatura”, le unigemme avranno germogliato differenziandosi in apice vegetativo, foglie oppure in infiorescenze. Si procederà quindi a contare quante infiorescenze si sono formate. E’ importante contare le infiorescenze sulle gemme con la stessa posizione originaria sul tralcio per definire, in base alla tipologia dell’allevamento, il numero di gemme da lasciare per ogni ettaro di vigneto. Ad esempio, in caso di un allevamento a cordone speronato (con speroni di 2/3 gemme), si conteranno le medie di infiorescenze delle prime 2/3 gemme; nel caso degli allevamenti più usati nel Conegliano Valdobbiadene, che prevedono tralci più lunghi, si conteranno le medie delle prime 10 gemme.
Bla Bla Bla… ma concretamente? il coefficiente di germogliamento per il Conegliano Valdobbiadene Docg annata 2016 corrisponde a 1,37 grappoli per ogni gemma e, considerando il peso medio del grappolo di Glera pari a 250 gr, si deduce che un ettaro di vigneto deve avere una carica di gemme pari a 48 mila gemme circa per garantire la produzione così come richiesta dal Disciplinare e, dando i numeri….
48.000 gemme moltiplicato per 1,37 mi permette di ottenere 65.760 infiorescenze e futuri grappoli che, a loro volta moltiplicati per 250 gr (ovvero il peso medio grappolo di Glera) corrispondono a kg 16.000 circa di uva.
Considerato che la resa del Conegliano Valdobbiadene è di 13.500 kg di Glera atta a Docg e considerato l’eventuale supero del 20%, arriviamo ad un totale di 16.200 kg di uva, in linea con i conteggi di cui sopra.
Naturalmente non è proprio tutto così matematico e fattori esterni come l’andamento climatico stagionale, in primis, possono influire in modo non trascurabile sulla resa della vite, ma il Papercigno garantisce che, se non vi sono grandi sorprese, con il metodo illustrato ci si avvicina molto al quantitativo di uva che verrà prodotta.
Infine un’ultima precisazione: la carica di gemme va divisa per il numero di viti ad ettaro tenendo anche in considerazione la vigoria di ogni vite (più gemme per vite in caso di ottima vigoria e meno gemme se una vite al contrario dimostra qualche sofferenza).
Uff…Uff… esce fumo dal cervello!
Ho veramente dato i numeri. Spero di essere stato abbastanza chiaro ed esauriente nella mia spiegazione, data anche la complessità dell’argomento.
E come al solito vi lascio con un detto popolare, questa volta riguardante la vigna:
lasciami povera che ti farò ricco…
Alla prossima uscita
Il Papercigno