L’estate di San Martino e l’Oca arrosto

Buongiorno cari amici lettori, novembre è il mese di San Martino, conoscete la leggenda?

C’era una volta… un cavaliere che, durante il suo percorso, in una brutta giornata fredda e piovosa, incontrò un viandante, povero e poco vestito..
Il cavaliere lo guarda, ha pietà di lui, prende il bel mantello che porta sulle spalle e non esita a tagliarlo a metà con la spada perché anche il pover’uomo possa avere un po’ di calore. Magicamente il cielo si apre ed esce un raggio di sole, la giornata si intiepidisce ed ecco che l’11 novembre prende il nome di “Estate di San Martino”.

Un’azione di buon cuore può trasformare il freddo inverno in estate e questa non è leggenda, è una cosa sempre attuale.

Nell’area del Trevigiano, ma anche in altre zone, è ancora viva la tradizione di cucinare l’oca per San Martino.

Voglio condividere con voi la mia ricetta preferita, che trovate online sul sito de “Il cucchiaio d’argento”.

Lo so, non è così frequente incontrare un PaperCigno che cucina l’oca, ma c’è sempre l’eccezione che conferma la regola!

OCA ARROSTO

Dosi per 6 persone, preparazione in 30 minuti, cottura 3 ore, esecuzione facile.

Ingredienti: 1 oca, 2-3 cipolle grandi bianche, 1 tazza di mollica di pane, latte, salvia, rosmarino, noce moscata, olio, sale, pepe.

Preparazione: In una teglia foderata con l’apposita carta disponete le cipolle tagliate a metà e cuocetele in forno caldo a 220° per circa un’ora. Ritiratele, sbucciatele, tritatele. Lasciate ammorbidire la mollica in una ciotola di latte e preparate un trito con due-tre foglie di salvia e un rametto di rosmarino, aggiungete un pizzico di noce moscata, uno di sale e uno di pepe. Amalgamate il trito con la mollica sgocciolata e ben strizzata e le cipolle, introducete il composto nel ventre dell’oca. Legate il volatile con lo spago bianco da cucina, adagiatelo in una teglia foderata con l’apposita carta spennellata d’olio e cuocetelo in forno caldo a 200° per circa 2 ore. Ritirate, eliminate il filo, tagliate l’oca in più pezzi e servitela irrorata con il sugo di cottura.

Vino consigliato appassionatamente: Kaberlò Le Manzane. Se non l’avete, passate a prenderlo in cantina.

p.s. I sommelier di Bibenda l’hanno bevuto pochi giorni fa e gli hanno assegnato i quattro grappoli su Duemilavini, ditelo a tutti!

A San Martin, casca le foje e se spina el bon vin (proverbio veneto)
A San Martin, cadono le foglie e si spina il vino nuovo, buono.

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